Come scrivere, la grammatica italiana
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Affrontiamo un argomento molto particolare ed estremamente connesso con la scrittura: la grammatica, nel nostro caso italiana. Ogni autore ha un suo modo di scrivere, un suo stile, e lo applica, senza nemmeno rendersene conto, a suoi lavori.
Lo stile è innato, è come un marchio di fabbrica e qualunque cosa si faccia traspare. Poi lo stile si applica ai vari lavori e generi. Questo vuol dire che io scriverò un racconto d’amore diverso da quello di chiunque altro seppur trattando lo stesso argomento, con magari gli stessi protagonisti e le medesime vicende.
Questo poi sarà diverso a seconda dell’umore che abbiamo quando scriviamo. Ci sarebbe anche da pensare al tipo di pubblico cui si rivolge il racconto. Tutto ciò sembra che in qualche modo possa schematizzare il lavoro, ma non è così.
A seconda dell’idea che si intende dare cambia poi la struttura delle frasi. Però. C’è un però. C’è la grammatica. Quella DOVETE usarla, dovete conoscerla. E non mi riferisco al nome dei verbi, alla definizione degli aggettivi o dei pronomi.
Mi riferisco alla grammatica pura e semplice. Non a dove si mette la virgola o alla frase che non dovrebbe iniziare per ma, però ci comincia!
Intendo cose come non mettere l’apostrofo ad “un” se è davanti al maschile e metterlo se è femminile, ad usare lo stesso tempo verbale a orecchio e a non cambiare da plurale a singolare e viceversa.
Sembreranno banalità, ma ultimamente ho letto dei racconti e articoli che mi sono stati inviati da leggere e vi ho riscontrato questi errori. Spesso si fanno quando si va di fretta. Capita anche a me, ma non è niente che un’attenta rilettura non può sistemare.
Rileggere quanto si scrive è importantissimo. Permette di andare attraverso il racconto, o che dir si voglia, e provarne la funzionalità. In fondo è al lettore che dobbiamo comunicare, non a noi stessi.
Una volta scritto rileggete. Non è tempo perso, anzi, è ben speso.
photo credits | marinaebook, grammatica per bambini
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