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Educazione Linguistica, Dieci Tesi del 1975

linguistica italiana

le dieci tesi

Durante i miei ultimi studi universitari mi è capitato di leggere le “Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica”, sapete cosa sono? Le avete mai lette? Meritano davvero considerando che sono del 1975, ma ancora valide oggi.

Di cosa parlano? Ve lo spiego subito.

Questo documento è stato redatto nel ’75 appunto dal Giscel, gruppo di Intervento e Studio nel campo dell’educazione Linguistica e prende in considerazione dieci punti il primo dei quali sostiene la centralità del linguaggio verbale nella vita sociale e dell’individuo.

La comunicazione permette di scambiare con gli altri idee, concetti, punti di vista spesso però il linguaggio verbale viene ritenuto povero, poco “acculturato” e a volte sgrammaticato. Nel secondo punto viene detto qualcosa di INCREDIBILE che sradica alcuni concetti, persino dalle “malattie”.

Nel 1975 dicevano che le capacità linguistiche affondano le loro radici nello sviluppo dell’intero essere umano dall’età infantile all’età adulta con collegamenti alla crescita psicomotoria e di socializzazione, oltre che con i rapporti affettivi.

Se non c’è un buon sviluppo organico l’alimentazione può essere che sia scorretta. Chi ha redatto questo documento sostiene l’importanza di una buona alimentazione con il consumo di frutta, latte, zucchero, bistecche.

Insomma le capacità linguistiche non si sviluppano se i ragazzi sono malnutriti, ci credereste mai? Dislessia, disgrafia, problemi scolastici potrebbero anche essere creati dallo sradicamento dei bambini dal loro ambiente nativo, inoltre la nutrizione ha un’importanza davvero fondamentale.

Nel documento, che vi consiglio di leggere in forma integrale, si parla anche di diritti linguistici nella Costituzione: “la pedagogia linguistica efficace è democratica”. Nel 1975 chi scriveva considerava l’analfabetismo italiano e sostenevano la necessità di creare centri di pubblica lettura, centri di recupero.

Di contro esprimevano dissenso per la pedagogia linguistica tradizionale, secondo loro al passo con i tempi, per cui si insegna a bambini e ragazzi un italiano vecchio, che non si è evoluto, alquanto differente dal vero italiano che si parla e si scrive oggi.

Se volete comprendere a che punto è la scuola italiana e com’è l’italiano che si impara nelle scuole davvero vi suggerisco di leggere le “Dieci Tesi“, scoprirete che l’ossessione scolastica su alcuni “errori” dei bambini non ha nulla a che fare con l’insegnamento dell’ortografia.

Il linguaggio utilizzato spesso da politici, da giornalisti e scrittori spesso non è chiaro e l’oscurità è ciò che si evince da scritti generalizzati. La lingua è SEMPRE in costante evoluzione. Si dovrebbe insegnare la lingua utilizzata altrimenti ci saranno sempre due piani differenti che non coincideranno.

Un po’ come la vecchia storia del latino e del volgare, del fiorentino, di Piero Bembo, del Manzoni e della questione della lingua. Avete presente?

Mi sono dilungata un po’, la seconda parte delle Dieci tesi domani…

 

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About Marina Galatioto

Scrittrice, giornalista, blogger, ghost writer e sceneggiatrice, trovate il mio profilo completo in Linkedin.

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